Il Vis-à-vis di oggi vede come protagonista uno dei membri del collettivo Massagrigia. Lui è Luca Ragazzi, romano innamorato della sua città ma anche instancabile viaggiatore (anche grazie ad un documentario, Improvvisamente l’inverno scorso, di cui è regista e che lo porta in giro per il mondo). Lo si comprende osservando le sue fotografie, naturalmente in bianco e nero, scattate posando lo sguardo su dettagli alla portata degli occhi di tutti ma che il più delle volte passano inosservati. L’attenzione di Luca, invece, ne coglie le geometrie, ne mette a nudo la forza e la sostanza, ne racconta la storia in modo sottile e silenzioso. Alla fotografia architettonica, bilanciata nella sua astrazione, si affiancano scatti di stampo reportagistico ed altri più intimi, dal sapore domestico.

Chi è Luca Ragazzi? Dove e quando è nato?
Non mi è facile dire chi sono; ma che sono nato a Roma nel lontano ’71, quello lo so.

Qual è stata la tua formazione e come ti sei avvicinato alla fotografia?
Mi sono avvicinato alla fotografia da autodidatta. Credo intorno ai 15 anni rubando la macchina fotografica di mia sorella. solo verso i 17 ho cominciato a fotografare “coscientemente” in B/N.

Quali sono le tue fonti di ispirazione? Chi i tuoi maestri?
La mia fonte primaria è sempre e comunque il cinema, magari quello in B/N di Fellini con la fotografia di Gianni Di Venanzo o quella di Sven Nykvist nei film di Bergman. Per me l’immagine è sempre mutuata dal grande schermo e quindi orizzontale. Le foto in verticale mi sembrano sempre innaturali… Tra i fotografi italiani amo molto Ghirri e Basilico.

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Ho scoperto il nome di Luciano Rignanese tra i membri del collettivo Massagrigia. Pugliese, nato nel 1979 ma attivo a Roma da 12 anni, Luciano si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma ed è costumista, scenografo e fotografo di scena.

Quella che vi segnalo oggi però è una personale di pittura, sua prima passione. “La decisione dell’esistenza”, questo il titolo, aprirà i battenti il prossimo giovedì 28 gennaio alle ore 18 presso la Galleria Vittoria in via Margutta 103 a Roma (con la curatela di Tiziana Todi e Robertomaria Siena) e sarà visitabile fino al 6 febbraio.

In mostra saranno presentati 6 olii su tela di 1m x 1m e 20 fusaggini 24 x 30 cm, aventi per tema la natura morta come sinonimo di attenzione al quotidiano, alla vita delle piccole cose di tutti i giorni. La pittura tonale, con i suoi passaggi cromatici graduali, ben si presta allo scopo, riallacciandosi alla tradizione italiana (Giorgio Morandi, per fare un esempio) e traducendo in pittura la semplicità di forme e oggetti consueti.

La galleria è aperta dalle ore 15 alle ore 19, dal lunedì al venerdì; domenica e fuori orario su appuntamento.

Quella che vi segnalo è una mostra interessante in particolare per chi ama la fotografia analogica, meglio ancora se in bianco e nero. Il Brancaleone di Roma ospiterà, da sabato 9 gennaio (inaugurazione alle ore 21.30) e fino al 22, una collettiva dei fotografi di Massagrigia, sito/galleria fotografica online dal 2005 la cui peculiarità è quella di raccogliere  e mostrare soltanto fotografie in bianco e nero realizzate da un folto gruppo di artisti.

Le foto sono stampate su carta baritata ai sali d’argento e montate su telai in legno o con montaggi ad umido. L’aspetto artigianale si riscontra, dunque, in tutti i vari passaggi della creazione fotografica: Massagrigia è dotato infatti di una camera oscura da cui provengono tutte le fotografie pubblicate nel sito.

L’intento del collettivo è quello di creare un terreno fertile di dialogo tra fotografi e appassionati, oltre a promuovere eventi e perseguire l’obiettivo di conservare e proteggere la tradizione della fotografia analogica, in cui è insita tutta la poesia e la forza del gesto manuale, non solo quello legato allo scatto ma anche e soprattutto quello della stampa.

Si legge, infatti, nel profilo di Massagrigia: “L’interazione manuale dello stampatore con il supporto cartaceo utilizzato ed il trattamento chimico al quale viene sottoposto, determinano la possibilità di modulare le tonalità della stampa finale, rendendo ogni fotografia prodotta con questo sistema un’opera unica e irripetibile ma allo stesso tempo indissolubilmente legata alla proiezione del gesto originale.” Buona visione.